Indietreggiò oltre, fino a quando non fu sicuro di avere sotto i piedi un terreno ben solido. Il tempo di calmarsi e capì che il terreno tutto intorno a dove si trovava la quercia era soffice. Solo in quel momento, mentre si accovacciò per vedere le sue impronte sull’erba lasciate poco innanzi, notò una leggera depressione vagamente circolare che sembrava avere il suo culmine più profondo proprio dove sorgeva il tronco dell’albero. Il manto erboso, eccetto quella depressione declinante, era intatto: solo in quel momento, da lontano, notò un buco dove presumibilmente si trovava il tronco. Non osò avvicinarsi a quel buco. Mentre ebbe quel pensiero prudente un leggero brivido gli corse lungo la schiena, forse favorito dall’irreale silenzio che sembrava aver notato in quel momento. Era tutto molto strano, decisamente molto strano. Riguardò istintivamente la foto e, cercando di farsi una idea sull’esatta posizione, capì di averla scattata più o meno da quella posizione in cui era accovacciato ora. Non aveva nessun dubbio: quell’albero era decisamente scomparso. Letteralmente scomparso. Tornò lentamente alla barca, senza fretta ma, non sapeva esattamente per quale motivo, guardandosi prudentemente alle spalle. Allontanandosi con la barca, Melville decise che non era più una buona idea andare a pesca.
